Harry potter

L'intera saga

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    HARRY POTTER

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    INTRODUZIONE
    Come tutto iniziò
    ce lo spiega JK Rowling

    Il mio ragazzo si stava trasferendo a Manchester e voleva che mi trasferissi anch’io. E’ stato durante il viaggio di ritorno in treno da Manchester a Londra, dopo un week-end passato a cercare un appartamento, che Harry Potter ha fatto la sua apparizione. Non ho mai provato un tale impeto di eccitazione. Capii immediatamente sarebbe stato divertentissimo da scrivere.

    Non sapevo che sarebbe stato un libro per bambini…sapevo solo che avevo questo ragazzo. Harry. Durante quel viaggio ho anche scoperto Ron, Nick-Quasi-Senza-Testa, Hagrid e Pix. Ma con l’idea della mia vita che mi frullava per la testa, non avevo una penna che funzionasse! E non andavo mai da nessuna parte senza la mia penna e il mio notes. Quindi, invece di cercare di scriverlo, dovetti pensarlo. E penso che questa sia stata una cosa positiva. Ero assediata da una montagna di dettagli e se non fossero sopravvissuti a quel viaggio probabilmente non sarebbe valsa la pena di ricordarli.

    La scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts è stata la prima cosa su cui mi sono concentrata. Pensavo ad un posto di grande ordine ma immenso pericolo, con bambini che avevano abilità con le quali potevano stupire i loro insegnanti. Logicamente doveva essere ambientato in un posto appartato e presto lo ambientai in Scozia, nella mia mente. Penso che fu un inconscio tributo al luogo dove i miei genitori si sono sposati. La gente continua a dire che sanno su cosa mi sono basata per Hogwarts…ma hanno tutti torto. Non ho mai visto un castello in nessun posto che assomiglia a come io mi immagino Hogwarts.

    Così sono tornata all’appartamento quella notte e ho iniziato a scrivere tutto in un piccolo, economico notes. Ho scritto le liste di tutte le materie che si dovevano studiare… sapevo che dovevano essere sette. I personaggi sono venuti per primi e poi ho dovuto trovare nomi che si adattassero loro. Gilderoy Lockhart [Allock nella versione italiana, n.d.t.] è un buon esempio. Sapevo che il suo nome doveva fare un bel tintinnio. Stavo cercando nel Dizionario degli Aforismi e delle Fiabe -una grande fonte per i nomi – e mi sono imbattuta in Gilderoy, un bandito scozzese, bello. Esattamente quello che volevo. E poi ho trovato Lockhart in un memoriale della prima guerra mondiale. Insieme dicevano tutto quello che volevo sul personaggio.

    Dopo il primo libro ecco il primo film
    Harry potter e la pietra filosofale
    L'inizio di una grande avventura

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    Trama

    Harry Potter ha passato i primi dieci anni della sua vita abitando nel sottoscala della casa dei suoi zii. Nei giorni che precedono il suo 11°compleanno iniziano ad arrivare in casa delle strane lettere indirizzate a Harry...I suoi zii però fanno di tutto per impedirgli di leggerle. Le lettere gli rivelano la vera identità dei suoi genitori, due potenti maghi che sono stati uccisi non in un incidente stradale ma in uno scontro con un mago malvagio. Harry va a studiare alla Hogwarts School, dove invece delle materie classiche si insegnano l'arte della magia e della stregoneria. Felice per aver scoperto la sua vera natura, Harry accetta di frequentare la scuola, e si avvia a prendere il misterioso Hogwarts Express, il treno che parte dalla piattaforma 9 e 3/4 della stazione di King's Cross a Londra. Sul treno incontra dei nuovi amici, Hermione Granger e Ron Weasley, e insieme a loro si imbarca nella nuova avventura a Hogwarts, dove finalmente trova il calore e l'affetto che finora non ha mai avuto.



    Ecco il secondo capitolo
    Harry potter e la camera dei segreti
    Una brutta sorpresa si cela nella camera

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    Trama

    Harry Potter sta trascorrendo noiose vacanze estive presso gli zii, oltretutto senza aver ricevuto nemmeno un messaggio dagli amici Ron e Hermione. Colpa di Dobby, elfo domestico che ha intercettato la posta per convincere il ragazzo a lasciare la scuola di magia di Hogwarts dove lo attenderebbe un terribile pericolo. L’arrivo all’accademia coincide in effetti con una serie di strani e paurosi fenomeni: esseri pietrificati, scritte di sangue sui muri e soprattutto l’accenno a una misteriosa “camera dei segreti” che conterrebbe qualcosa di malefico. Quando il pericolo comincerà a riguardare i suoi amici Harry saprà risolvere la situazione.
    Tratto dal secondo romanzo di J. K. Rowling, Harry Potter e la camera dei segreti convince meno del primo episodio. Squadra che vince non si cambia, e il film è qua e là spettacolare. Ma aldilà di mirabolanti scenografie ed effetti speciali spira un’aria di già visto, aggravata da un metraggio abnorme e da un eccessivo indulgere ad atmosfere dark. Riempie gli occhi ma non scalda il cuore.



    Il terzo capitolo
    Harry potter e il prigioniero di azcabam
    Una prigione rosso sangue

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    Trama


    Tempi oscuri minacciano il mondo dei maghi e quello dei babbani. Dopo il ritorno di Voldemort e la tragica morte di Sirius Black, Harry trova conforto, guida e consolazione nell'abbraccio di Silente, che lo conduce ad Hogwarts e lo invita alla condivisione dei suoi ricordi. Nel Pensatoio Albus filtra per Harry l'infanzia di Tom Ridlle in cerca di un indizio che possa aiutarli a distruggerlo per sempre. La chiave della loro indagine è però custodita e mai rivelata nella memoria di Horace Lumacorno, professore in pensione di Pozioni col vizio dello studente celebre. L'allettante possibilità di insegnare all'Eletto, lo conduce di nuovo in cattedra e lo persuade finalmente a rivelare il segreto dell'Oscuro Signore: l'anima di Voldemort, straziata in sette parti dall'orrore compiuto, è conservata e protetta in altrettanti oggetti attraverso un complicato incantesimo di magia nera avanzata. Silente e Potter lasciano Hogwarts alla ricerca del medaglione (uno degli Horcrux) che custodisce un frammento dello spirito scellerato del Serpeverde. Nei corridoi della scuola intanto un altro Eletto, Draco Malfoy, è determinato a lasciare un segno (oscuro) nella storia.
    Soltanto un passo e un film diviso in due (Harry Potter e i doni della morte) separano il celebre mago di Privet Drive dall'epilogo e dal confronto finale con Colui che è ormai nominabile, Colui che era il più bello e potente degli angeli, appassionante variazione del mito di Lucifero, che ha ceduto al lato oscuro della forza e della magia per diventare Lord Voldemort, un cattivo senza riscatto. Assenza materializzata in un teschio colossale e spaventevole, il Signore dei Mangiamorte non è protagonista nella nuova avventura cinematografica di Harry Potter, al centro della "seconda volta" di David Yates ci sono due eroi, Potter e Silente, uno trionfante e uno soccombente. Albus Silente, il più grande mago dell'era moderna e preside di Hogwarts, riveste nell'episodio del principe mezzo sangue un ruolo genitoriale e di rilievo, è il suo abbraccio ad Harry ad aprire il film ed è il profilo insistito del suo corpo dipartito a chiuderlo. Grande Esorcista, Stregone Capo e Mago leggendario, Silente è idealmente prossimo al Gandalf del Signore degli Anelli e all'Obi-Wan Kenobi di Guerre stellari, è colui che riconosce nel piccolo Harry Potter il segno della forza e lo riscatta dalla sua condizione (per metà) babbana, è colui ancora che favorisce e sovrintende la sua formazione e inevitabilmente è colui che compirà il percorso sacrificale e verrà sostituito dall'allievo.
    La struttura del racconto è (sempre) estremamente elementare: i cattivi di turno, i Mangiamorte, portano il caos nel regno degli uomini e in quello dei maghi, costringendo i prodi eroi a combattere di nuovo con tutte le loro forze e tutta la loro magia per riportare l'armonia e separare per sempre la luce dalle tenebre. Ma da copione e da romanzo, la pace, il benessere e la riconquista del paradiso sono rimandate alla prossima puntata, perché Silente “perderà” la bacchetta, indebolito dalla ricerca degli Horcrux, e soccomberà al maleficio di un ambiguo traditore. Con un mago senza magia, Hogwarts è senza un “re”, è luogo vulnerabile e per la prima volta espugnabile. Inizia allora da una perdita incolmabile e dalle torreggianti torri della scuola la ricerca di ciò che è perso e di ciò che deve essere distrutto, condotta da Harry e fedeli compagni fino ai limiti dei due mondi.
    Se, possiamo scommetterci, Harry Potter e il principe mezzo sangue coglierà il bersaglio e renderà felici gli spettatori ansiosi di rileggere per immagini personaggi e avventure familiari, il sesto adattamento del fantasioso pastiche della Rowling non trova questa volta le felici invenzioni allestite nel precedente (Harry Potter e l'ordine della Fenice) e appare un riflesso impallidito dell'universo letterario di Potter. Un plauso va invece tributato ai tre protagonisti, Daniel Radcliffe, Rupert Grint e Emma Watson, competenti nell'esibire le loro identità mutate e affrancate dall'infanzia e dalla temperanza. Sorgente di fascinazione è pure la performance di Jim Broadbent, attore inglese, ironicamente felpato nell'abitare il film in cui vive e nel nobilitare la pusillanimità del professor Lumacorno. Bevete fortuna liquida e sollevate le bacchette, il male avanza e la magia continua.



    Il quarto capitolo
    Harry potter e il calice di fuoco
    Un torneo vitale

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    Trama


    Hogwarts anno quarto. Harry Potter e i suoi amici Ron ed Hermione stanno crescendo e con loro crescono le consapevolezze e i dubbi.
    È questo il perno attorno a cui ruota il film di Mike Newell in perfetto equilibrio tra dramma e commedia. Perché il dolore pesa terribilmente sulle spalle di questo Eletto che vorrebbe essere solo un mago "normale" e tutte le assenze del passato (i genitori morti) e le incombenze del futuro si fanno pressanti. La tensione non è quindi tanto affidata ai draghi o alle prove da superare quanto a una sofferenza interiore che non ha bisogno di attendere l'evidenza dell'incontro con Voldemort per divenire percepibile. Ma Newell (sempre più apprezzabile l'idea di cambiare regista per ogni film) è però abilissimo nel farcela "sentire" come tema portante distraendo però la nostra attenzione grazie alle pagine della festa da ballo che la Rowling gli offre e che lui sa giostrare con la sapienza consumata di un realizzatore di commedie brillanti.
    I piccoli slittamenti del cuore, le rivalità e i tremori dell'inizio dell'adolescenza diventano materia per un'ampia parentesi di alleggerimento. Che non basta però a distrarci dall'esigenza (divenuta per Harry ormai imprescindibile) di distinguere la realtà dall'apparenza, il bene da ciò che bene non è. Se gli amici restano tali nonostante le incomprensioni, il mondo intorno a lui si sta facendo sempre più "adulto" e, quindi, sempre più ambiguo e temibile.



    Il quinto capitolo
    Harry potter e l'ordine della fenice
    Serve un ordine per proteggere Harry

    Ribellcominc

    Trama


    Voldemort si è fatto corpo ed è tornato. Nessuno al Ministero della Magia sembra crederci. Cornelius Caramell, pavido Ministro delle istituzioni magiche, è deciso a reprimere con tutti mezzi coloro che oseranno affermare il contrario. Harry, sopravvissuto col tronfio cugino Dudley all'attacco dei Dissennatori, viene espulso da Hogwarts per avere usato impropriamente la magia davanti a un babbano. L'intervento in tribunale di Silente reintegra il ragazzo e lo introduce alla conoscenza dell'Ordine della Fenice, un gruppo di nobili cavalieri magici avversari di Voldemort.
    Mentre l'oscuro signore recluta vecchi servitori di ascendenza pura per entrare in possesso della profezia, l'esercito "templare" di Silente combatte due fronti e due poteri: quello maligno e potente dei Mangiamorte e quello politico e ottuso di Caramell, che si ostina a negarne il ritorno. Rimosso Silente dalla presidenza di Hogwarts, questa volta Harry dovrà cavarsela da solo. Ma nuovi e giovani membri si uniranno alla resistenza contro Voldemort.
    Quinta volta per Potter al cinema, prima volta per David Yates, regista inglese che supera la prova accompagnando Harry alla maturità e all'autonomia affettiva. Harry come persona e come mago è chiamato anche questa volta a un compito evolutivo e a prove fondamentali per entrare progressivamente nell'età adulta. Fa esperienza di un corpo "alterato" che invia segnali nuovi, che si risveglia sessualmente spingendolo verso l'esperienza amorosa. Lo sforzo di adattamento produce frustrazione e rabbia separandolo fisicamente ed emotivamente dagli adulti che lo hanno adottato per costruirsi degli affetti fuori da quelli istituiti. Harry, Ron, Neville, Cho e Luna sono adolescenti davanti allo specchio.
    Nell'Ordine della Fenice questo strumento di divinazione non riflette più l'immagine speculare di una persona né l'identità benevola o malevola come nello Specchio delle Brame della Pietra Filosofale, diventa piuttosto un portale magico verso una nuova dimensione. A mutare è pure il rapporto con la magia, costretta dalla terribile Dolores Umbridge all'interno di parametri tradizionali, inaridita da un approccio inconsistente che non permette alcuna partecipazione personale. È l'esempio positivo di Sirius, nel privato, e di Silente, in quello pubblico, a insegnare a Potter a vivere intensamente, contribuendo alla giustizia del mondo con il proprio atto magico.
    Di fronte alla rigidità educativa prevista dal Ministero, che punisce duramente la trasgressione, la proposta di Harry di fondare "l'esercito di Silente" appare rivoluzionaria: la magia non va soltanto letta sui libri, ma applicata, agita e vissuta. Solamente così assume un significato intenso e una forza formativa per lo spirito. Affascinato dal racconto giovanile del patrigno sulla fondazione dell'Ordine della Fenice, Harry e compagni riportano in vita quella tradizione di pratiche rituali e di virtù, sviluppando un proprio modo di vivere magicamente e rifiutando il conformismo delle idee.
    Il viaggio dell'eroe mago continua, la guerra tra il Bene e il Male viene giocata sul terreno accidentato della non visibilità (Dissennatori, Thestral e Voldemort restano invisibili ai più) e la forza di Voldemort può avere la meglio trascinando gli avversari dalla luce nelle tenebre. La convivenza degli attori col soprannaturale si fa raffinata dando vita a forme visive disparate che, smaterializzandosi e polverizzandosi, investono corpi, ambienti e oggetti. Nella sequenza iniziale, che pratica il teen movie, lo straordinario entra nell'ordinario: i personaggi reali convivono nel mondo babbano con gli antagonisti scarnificati. Il digitale sottrae materia alle superfici, rendendole inquietanti e spettrali. L'Ordine della Fenice si divora come il libro omonimo e dona allo schermo la performance, straordinaria per perfidia, di Imelda Staunton, "cattiva maestra" incapace di partecipare il proprio amore per la cultura. Magica, ovviamente.



    Il sesto capitolo
    Harry potter e il principe mezzo sangue
    La fine di un preside degno di nota

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    Trama

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    empi oscuri minacciano il mondo dei maghi e quello dei babbani. Dopo il ritorno di Voldemort e la tragica morte di Sirius Black, Harry trova conforto, guida e consolazione nell'abbraccio di Silente, che lo conduce ad Hogwarts e lo invita alla condivisione dei suoi ricordi. Nel Pensatoio Albus filtra per Harry l'infanzia di Tom Ridlle in cerca di un indizio che possa aiutarli a distruggerlo per sempre. La chiave della loro indagine è però custodita e mai rivelata nella memoria di Horace Lumacorno, professore in pensione di Pozioni col vizio dello studente celebre. L'allettante possibilità di insegnare all'Eletto, lo conduce di nuovo in cattedra e lo persuade finalmente a rivelare il segreto dell'Oscuro Signore: l'anima di Voldemort, straziata in sette parti dall'orrore compiuto, è conservata e protetta in altrettanti oggetti attraverso un complicato incantesimo di magia nera avanzata. Silente e Potter lasciano Hogwarts alla ricerca del medaglione (uno degli Horcrux) che custodisce un frammento dello spirito scellerato del Serpeverde. Nei corridoi della scuola intanto un altro Eletto, Draco Malfoy, è determinato a lasciare un segno (oscuro) nella storia.
    Soltanto un passo e un film diviso in due (Harry Potter e i doni della morte) separano il celebre mago di Privet Drive dall'epilogo e dal confronto finale con Colui che è ormai nominabile, Colui che era il più bello e potente degli angeli, appassionante variazione del mito di Lucifero, che ha ceduto al lato oscuro della forza e della magia per diventare Lord Voldemort, un cattivo senza riscatto. Assenza materializzata in un teschio colossale e spaventevole, il Signore dei Mangiamorte non è protagonista nella nuova avventura cinematografica di Harry Potter, al centro della "seconda volta" di David Yates ci sono due eroi, Potter e Silente, uno trionfante e uno soccombente. Albus Silente, il più grande mago dell'era moderna e preside di Hogwarts, riveste nell'episodio del principe mezzo sangue un ruolo genitoriale e di rilievo, è il suo abbraccio ad Harry ad aprire il film ed è il profilo insistito del suo corpo dipartito a chiuderlo. Grande Esorcista, Stregone Capo e Mago leggendario, Silente è idealmente prossimo al Gandalf del Signore degli Anelli e all'Obi-Wan Kenobi di Guerre stellari, è colui che riconosce nel piccolo Harry Potter il segno della forza e lo riscatta dalla sua condizione (per metà) babbana, è colui ancora che favorisce e sovrintende la sua formazione e inevitabilmente è colui che compirà il percorso sacrificale e verrà sostituito dall'allievo.
    La struttura del racconto è (sempre) estremamente elementare: i cattivi di turno, i Mangiamorte, portano il caos nel regno degli uomini e in quello dei maghi, costringendo i prodi eroi a combattere di nuovo con tutte le loro forze e tutta la loro magia per riportare l'armonia e separare per sempre la luce dalle tenebre. Ma da copione e da romanzo, la pace, il benessere e la riconquista del paradiso sono rimandate alla prossima puntata, perché Silente “perderà” la bacchetta, indebolito dalla ricerca degli Horcrux, e soccomberà al maleficio di un ambiguo traditore. Con un mago senza magia, Hogwarts è senza un “re”, è luogo vulnerabile e per la prima volta espugnabile. Inizia allora da una perdita incolmabile e dalle torreggianti torri della scuola la ricerca di ciò che è perso e di ciò che deve essere distrutto, condotta da Harry e fedeli compagni fino ai limiti dei due mondi.
    Se, possiamo scommetterci, Harry Potter e il principe mezzo sangue coglierà il bersaglio e renderà felici gli spettatori ansiosi di rileggere per immagini personaggi e avventure familiari, il sesto adattamento del fantasioso pastiche della Rowling non trova questa volta le felici invenzioni allestite nel precedente (Harry Potter e l'ordine della Fenice) e appare un riflesso impallidito dell'universo letterario di Potter. Un plauso va invece tributato ai tre protagonisti, Daniel Radcliffe, Rupert Grint e Emma Watson, competenti nell'esibire le loro identità mutate e affrancate dall'infanzia e dalla temperanza. Sorgente di fascinazione è pure la performance di Jim Broadbent, attore inglese, ironicamente felpato nell'abitare il film in cui vive e nel nobilitare la pusillanimità del professor Lumacorno. Bevete fortuna liquida e sollevate le bacchette, il male avanza e la magia continua.



    Il settimo capitolo prima parte
    Harry potter e i doni della morte
    A meta della fine

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    Trama

    Harry Potter è in fuga, Hogwarts è ormai caduta nelle mani di Voldemort e così anche il Ministero della Magia. La morte di Silente ha lasciato un vuoto che è stato colmato dalle forze oscure e Harry si sente abbandonato. Così non è però e se ne accorgerà alla lettura del testamento, sia ad Harry, che a Ron che ad Hermione è stato infatti lasciato in eredità un oggetto a suo modo cruciale per la resistenza. Non è però ancora il momento delle grandi battaglie quanto quello della fuga alla ricerca degli horcrux, oggetti o esseri viventi contenenti frammenti dell'anima di Voldemort. Solo a metà del suo percorso però Harry si renderà conto che anche il signore oscuro è alla ricerca di un oggetto ugualmente cruciale che tuttavia non sono gli horcrux.
    Di episodio in episodio la saga cinematografica di Harry Potter accumula incassi, nonostante sia sempre più difficile da seguire. Aumentano i riferimenti, i personaggi, gli oggetti, i luoghi e la storia pregressa, rendendo più difficile tenere le fila di tutto per lo spettatore digiuno di romanzi che segue le avventure solo una volta l'anno. Tutto ciò non sembra interessare alla produzione, come del resto non sembra interessare la qualità generale del prodotto confezionato. Dopo l'avvicendamento di tanti registi importanti e abili (Columbus, Cuaron e Newell), la Warner conferma per la terza volta il meno adeguato David Yates (il quale chiuderà anche la saga con il prossimo e ultimo film girato assieme a questo).
    Harry Potter e i doni della morte soffre però anche di un altro problema: essere il primo film della saga tratto da una parte di un romanzo. Fino ad ora ad ogni libro era corrisposto un film, con tutto il corollario di polemiche da parte della base dei fan che vorrebbero rivivere in sala ogni singola pagina della Rowling. Ora invece l'idea di tradurre l'ultimo libro in due film arriva a raddoppiare la monetizzazione con la giustificazione morale di accontentare i fan, il risultato tuttavia è un film lungo più di due ore che manca di quelle caratteristiche che erano la firma di ogni avventura potteriana al cinema: umorismo, mistero e azione. Questo settimo film è la parte più on the road di una saga tutta casa e Hogwarts ma anche quella con il ritmo più controllato, tutta silenzi espressivi e tempi dilatati.
    L'idea sarebbe di comunicare l'incertezza, i dubbi e le paure del personaggio attraverso l'uso di una messa in scena apparentemente meno controllata (c'è moltissima più macchina a mano del solito) e lasciando che le molte location in esterni parlino dell'interiorità dei personaggi in fuga. Paesaggi e silenzi esteriori che riflettono vuoti interiori, spiazzando spettatori abituati ad una routine scenografica rodata (le case, le aule della scuola, la foresta intorno) con laghi immensi, foreste innevate, autostrade in rovina e boschi d'inverno ripresi come luoghi tetri di un'anima inquieta. Per riuscire in questa impresa cinematografica di paesaggi che definiscono personaggi però forse era necessaria la mano di un regista più abile a mescolare i toni e gestire tempi dilatati.
    Voldemort e Harry perdono le loro bacchette senza perdere la loro magia, si emancipano dai propri strumenti in vista di un confronto che sarà personale prima che magico mentre l'Horcrux (ovvero un'epifania del signore oscuro) corrompe e incattivisce i tre amici che lo portano in fuga come fosse l'Unico Anello. Sono tutti stimoli però che il film non sembra voler recepire per lasciare spazio ai dilemmi interiori di un eroe che ormai affascina ben poco.
    Eccezione che conferma il giudizio è la sequenza della favola dei doni della morte, realizzata con un'animazione CG altamente stilizzata, e dotata di un fascino oscuro e misterioso che ricorda quello dei primi episodi cinematografici di Harry Potter e che si sperava di ritrovare in questi conclusivi.



    Il settimo capitolo parte 2
    Harry potter e i doni della morte parte seconda
    La fine è giunta

    locandina

    Trama


    Occupati Hogwarts e il mondo della magia, Voldemort e i Mangiamorte hanno ormai un solo obiettivo: disperdere l’Esercito di Silente e uccidere Harry Potter, alla ricerca spasmodica degli ultimi Horcrux. Individuati con l’immancabile aiuto di Ron e Hermione gli oggetti e i soggetti viventi che contengono l’anima frantumata e separata dal corpo del Signore Oscuro, i tre ragazzi hanno soltanto bisogno di tempo per raggiungere quelle schegge di anima e farne scempio. Ripiegati a Hogwarts, presieduta da Severus Piton e difesa da dissennati dissennatori, Harry e compagni vengono accolti trionfalmente da Neville Paciock e il suo esercito di dissidenti armati di bacchetta e coraggio, il coraggio di esporsi al dolore e alla morte dimenticandosi della propria salvezza in nome di un bene superiore. Nella furia della battaglia Harry scoprirà che tra il bianco di Silente e il nero di Piton esiste una zona grigia e una lacrima rivelatrice di ben altre verità. Recatosi al Pensatoio e versato il pianto e i ricordi di Piton, Harry saprà finalmente cosa fare per annullare Voldemort. Recatosi nella Foresta Proibita per affrontarlo, il giovane mago abbraccerà la possibilità della morte, guadagnando la salvezza e il futuro. Quello magico e quello babbano.
    È da sempre il duello la soluzione alle tensioni create dalla narrazione e all’antitesi dei valori proposti. Lo sa bene David Yates, che alla sua quarta realizzazione punta l’obiettivo su quell’atto decisivo dell’intreccio, sullo scontro fisico tra l’eroe e il suo opponente schierati all’interno delle rovine di Hogwarts, contenitore e palcoscenico dell’epilogo. Spedendo al suolo Lord Voldemort come un volgare villain, Harry, in piedi contro un cielo grigio e spento dal 3D, raccoglie il valore in gioco nello scontro. Valore anticipato nella prima parte dei doni della morte, che dichiarava l’analogia con la logica del fascismo e l’ascesa del Nazismo. Il progetto di purificazione razziale di Voldemort, drammaticamente affine all’ideologia razzista hitleriana, ha sterminato senza pietà i mezzosangue, costringendo i sopravvissuti alla clandestinità. Sacrificata letteralmente la generazione dei padri, a resistere sulla scena e nel secondo atto troviamo i figli, lontani dall’egocentrismo dell’infanzia, emancipati dal disordine dell’adolescenza e abili a ‘sbarcare’ sulle sponde di Hogwarts con un’arma più potente di un incantesimo: la capacità di amare e di riconoscere l’altro nella sua singolarità. Portatori sani di un’idea di giustizia e di società giusta e aperta, dove convivere e contaminarsi. Di quel mondo, avviato da Albus Silente e minacciato costantemente da Tom Riddle, Harry è l’eroe dell’apertura, colui che porta in sé proprio ciò contro cui combatte, perché la Rowling non si limita a metterli l’uno contro l’altro ma, forzando la geometria frontale del duello, li mette l’uno nell’altro. Insieme a Voldemort la saga di Harry Potter esala l’ultimo respiro e lascia orfani una messe inestimabile di spettatori che per dieci anni hanno visto crescere, amare, lottare e invecchiare il maghetto di Privet Drive. Iniziato all’età adulta nel tempo di sette libri e otto film, il sempre uguale Harry Potter è stato affidato a Daniel Radcliffe, che tra azioni magiche e prodigi naturali, ha trovato il tempo di essere attore nei teatri e nel mondo normale dei babbani. Con sacrificio, fedeltà e intraprendenza lo hanno accompagnato Rupert Grint (Ron) e Emma Watson (Hermione), braccati, marchiati e torturati ma sempre pronti a sbrigarsela come potevano dentro camere segrete, foreste proibite, banche o paioli magici. Defezionato da Spielberg, impostato dallo sguardo di Chris Columbus, veterano di film con bambini protagonisti, (pro)seguito dal sentimento dark del messicano Alfonso Cuarón, cresciuto coi turbamenti adolescenziali di Mike Newell e aggiudicato fino all’ultimo respiro e all’ultimo mago a David Yates, Harry Potter al cinema si è (purtroppo) limitato a ‘fotocopiare’ i celebri romanzi, eccedendo nella tecnica, nelle convenzioni, negli effetti e dimenticando troppo spesso di produrre la magia. Confezioni sempre troppo lunghe e quasi nulla impegnate nella costruzione dei personaggi, quelle biografie ideali magnificamente immaginate per ognuno di loro dalla Rowling. A dare loro la vita ci hanno pensato tuttavia gli attori, che la scrittrice ha preteso inglesi. Sono loro i produttori di incantesimi che hanno riempito le sale e incantato le masse babbane. Su tutti Alan Rickman, signore di tempeste emotive concentrate in una lacrima che rivela commossa il rovescio del male.



    CONCLUSIONI

    Questa è un epica saga scritta da JK Rowling che poi è stata filmata, ogni film non è mai stato identico al libro ma ha sempre conquistato ogni spettatore compreso me, mi porto questa saga nel cuore da quando ero piccolo da quando è stato trasmesso il primo film al cinema, da li me ne sono innamorato e anche se ieri è finito tutto, voglio ringraziare questa autrice, per averci regalato momenti magici e spero che continui a scrivere film sulla magia, continui a far sognare molte altre generazioni, ma soprattutto che continui a farci sognare

    BRAVA

    JK ROWLING

    VOTO

    10/10
     
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  2. Nihal_11
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    complimenti un'ottimo riassunto di tutta la saga!
    Quando avevo 11 anni uscì il primo libro di HP e inevitabilmente mi sono appassionata a questa storia, tanto che 3 anni fa quando uscì il 7 libro, lo comprai in lingua originale (inglese) per non aspettare un'altro anno a leggerlo :D...
    i film, alcuni mi sono piaciuti molto, altri deluso molto (in quanto attinenza al libro)...ma ormai so che nessun film sarà mai la riproduzione fedelissima del libro, perciò sono molto contenta di come sono stati fatti, soprattutto questi ultimi due =D
    sono felice sia uscito anche l'ultimo....almeno me li potrò rivedere quando voglio X°D
     
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  3.     +1   -1
     
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    ora solo vedo il topic cmq..

    non dovevi farlo!!!xD *guarda storto semola* xD

    cmq a parte gli scherzi bravissimo ^^
     
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  4. Piccola_Je
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    Assolutamente la saga che ha segnato la mia infanzia e soprattutto la mia adolescenza,sono cresciuta con i personaggi della Rowling,mi ritrovo assolutamente nella definizione di "Potter Generation".
     
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  5. DarkWolf
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    eh si... noi 92 siamo cresciuti + o - tutti con i libri di harry potter!
    però solo i libri... il film viene dopo
     
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  6. Piccola_Je
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    CITAZIONE (DarkWolf @ 8/6/2012, 00:56) 
    però solo i libri... il film viene dopo

    A me i film nemmeno piacciono,se proprio devo li salvo fino al terzo.
     
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  7. DarkWolf
        +1   -1
     
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    beh i film sono un lavoro colossale... sia di effetti sia perchè il libro non era proprio facile da realizzare a mo di film!
    e secondo me sono tutti ben fatti^^ (poi vabbeh chi ha letto il libro sa che qualcosa manca ed è stato lasciato un pò al caso, ma bisogna capire la difficoltà di riprodurre harry potter)
     
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  8. Piccola_Je
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    CITAZIONE (DarkWolf @ 8/6/2012, 14:09) 
    beh i film sono un lavoro colossale... sia di effetti sia perchè il libro non era proprio facile da realizzare a mo di film!
    e secondo me sono tutti ben fatti^^ (poi vabbeh chi ha letto il libro sa che qualcosa manca ed è stato lasciato un pò al caso, ma bisogna capire la difficoltà di riprodurre harry potter)

    No secondo me mancano davvero troppe cose e alcune scene non si possono proprio vedere...
     
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  9. «Mäy___
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    SAGRA DEL PEGGIOR FILM DI HARRY POTTER;
    1) Harry Potter and the half-blood prince
    2) Harry Potter and the order of the phoenix
    3) Harry Potter and the goblet of fire
    4) Harry Potter and the Deathly Hallows part 1
    5) Harry Potter and the Deathly Hallows part 2
    6) Harry Potter and the chamber of secrets
    7) Harry Potter and the philosopher's stone
    8) Harry Potter and the prisoner of Azkaban

    In poche parole, da quando c'ha messo le mani Yates han fatto cagare. (:
     
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  10. DarkWolf
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    ti rispondo esattamente come ho scritto sopra xD

    CITAZIONE
    beh i film sono un lavoro colossale... sia di effetti sia perchè il libro non era proprio facile da realizzare a mo di film!
    e secondo me sono tutti ben fatti^^ (poi vabbeh chi ha letto il libro sa che qualcosa manca ed è stato lasciato un pò al caso, ma bisogna capire la difficoltà di riprodurre harry potter)

     
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9 replies since 15/7/2011, 06:44   115 views
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